Oggi ho partecipato presso l'Istituto Superiore di Sanità a Roma, ad una Conferenza scientifica riguardante le nuove linee guida italiane in HIV e in modo particolare sull'impatto di genere sul trattamento, sull'assistenza e il sociale.
Sono intervenuta come relatrice per il Senato sull'Indagine Conoscitiva che si è proposta di analizzare lo stato dell'accesso alle cure per l'IHIV/AIDS fornite dal SSN su tutto il territorio nazionale.
L'indagine conoscitiva della Commissione Sanità che sto svolgendo, ha una declinazione femminile perchè statisticamente provato che nel mondo le giovani donne sieropositive o in malattia conclamata, rappresentano ormai più del 50 per cento delle persone di età compresa tra i 15 e i 25 anni.
Qual'è la situazione in Italia?
Ad oggi l'infezione da HIV costituisce uno dei fenomeni più complessi della società, il dato più negativo è che oltre il 50 per cento scopre di essere sieropositivo solo a ridosso della diagnosi di malattia conclamata.
La mortalità è sicuramente molto diminuita, grazie alle terapie antiretrovirali, ma allarmante sono le cifre del sommerso: circa 40 mila le presunte infezioni non diagnosticate.
Nel nostro Paese è stato sottovalutato il più importante mezzo per sconfiggere la malattia: la prevenzione e a mio giudizio anche le mancate campagne informative per i nostri giovani sui problemi legati allo stile di vita, senza trascurare i problemi legati alle malattie sessualmente trasmesse.
Ovviamente l'indagine definitiva verificherà se ed in che misura sono presenti differenze nella cura dell'AHI/AIDS a livello regionale o locale, prestando particolare attenzione al problema delle donne, quale popolazione specifica tra i pazienti affetti da HIV.
1 commento:
Non ritengo giusta la decisione di rendere onerosa la ricongiunzione verso l' INPS in maniera indiscriminata e retroattiva perchè introdurre un onere di punto in bianco, con le stesse regole per tutti, compresa una minoranza che ha in sospeso la questione da parecchi anni per svariati motivi senza tener conto che applicare i coefficienti di riserva matematica corrispondenti all'età di 55 anni e con stipendi che sono necessariamente molto più alti di quelli che percepivamo al momento del passaggio ad altra cassa (nel mio caso 22 anni fà) significa richiedere una cifra improponibile che equivale nella maggior parte dei casi ad una preclusione del diritto alla ricongiunzione.e fosse stata onerosa da sempre l'avrei fatta al momento del cambio di impiego, e quindi di cassa contributi, poichè sapevo che i coefficienti di riserva matematica sarebbero stati molto più bassi.
Inoltre 25 anni fa lo Stato versava i contributi per i dipendenti nelle casse degli enti pubblici come la CPDEL solo il 17% dello stipendio contro i 24% attuali, a partire dal 1996, in linea con quelli versati dai privati all'INPS.
Questi sono i punti da affrontare nell'ottica di migliorare la legge appena approvata portando avanti la lotta in maniera unitaria e non per categoria esclusiva come sta facendo quella dei telefonici o altre. In tal maniera potrà essere più efficace e possibilmente con l'aiuto di tutti i sindacati "seri".
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