giovedì 7 agosto 2008

Franca Biondelli ed Elisabetta Rampi nel coordinamento contro la precarietà

E' nato il coordinamento dei parlamentari del PD Contro la precarietà e per una flessibilità sicura.

Promosso dall’associazione 20 MaggioFlessibilità Sicura*, il coordinamento sarà guidato dal portavoce dell’Associazione Riccardo Sanna assieme a Tiziano Treu e Cesare Damiano, rispettivamente vice presidente Commissione lavoro Senato e capo-gruppo Commissione lavoro Camera ed Enrico Letta Ministro Ombra del Welfare.

Affermano gli esponenti del Coordinamento (www.tutelareilavori.it) "Soprattutto dopo il cosiddetto emendamento anti-precari, e il complessivo contenuto della manovra economica dell’attuale Governo, è necessario non perdere di vista una reale e praticabile lotta alla precarietà. Vanno tutelati i lavoratori che subiscono abusi dando nuovamente la possibilità al giudice di farli assumere stabilmente evitando la precarietà a vita e vanno difesi gli oltre 150 mila precari della pubblica amministrazione per i quali si sono cancellati i processi di stabilizzazione già avviati e verso cui si prospetta il licenziamento poiché molti di loro lavorano da più di 3 anni con lo stesso Ente. Contemporaneamente il Governo ha anche esteso le norme per assumere nuovi precari."

" La flessibilità per non essere precarietà deve saldarsi alle indispensabili tutele sociali e sul lavoro che vanno garantite a tutti i lavoratori a prescindere dalla forma d’impiego.

Precise le proposte del coordinamento Contro la precarietà e per una flessibilità sicura (contenute integralmente nel documento in allegato) messe a fuoco in stretto rapporto con chi subisce l'effetto di una precarietà senza regole e in cui l'abuso e lo sfruttamento prevalgono mettendo in difficoltà tanti giovani, ma anche tanti adulti e in particolare le donne.

1. Per impedire gli abusi è necessario fermare la concorrenza sleale tra imprese. Un obiettivo raggiungibile attraverso l’aumento del costo del lavoro flessibile: deve superare quello del lavoro stabile. Bisogna quindi agire contemporaneamente sui costi previdenziali, sull’aumento delle prestazioni sociali, sull’aumento e la determinazione contrattuale o per legge dei compensi. A tal fine, è necessario introdurre un salario minimo (di almeno 1.100 € netti mensili, ma anche stabilire un corrispettivo per giornate e ore lavorate così da garantirne una più efficace ed ampia applicazione). Inoltre, devono essere permanenti gli incentivi per le assunzioni stabili di lavoratori con contratto atipico o a termine, come quelle previste dal Governo Prodi per le stabilizzazioni sia nel pubblico impiego che nel privato.

2. Per sostenere e tutelare le persone bisogna dare dignità a tutto il lavoro. Devono essere estese a tutti i lavoratori tutele sociali forti, indipendentemente dalle tipologie contrattuali con cui si svolge la propria attività: malattia, maternità, indennità di disoccupazione, formazione, accesso al credito. Non da ultimo occorre porre rimedio alla mancanza del TFR e, di conseguenza, alla mancata possibilità di costituire una pensione integrativa per tutti i lavoratori iscritti alla gestione separata dell’Inps “Parasubordinati”. È possibile intervenire esentando dall’imposizione sui redditi (IRE) una quota della retribuzione annua lorda dei parasubordinati (co.co.co e co.co.pro.) e una quota del fatturato annuo lordo dei professionisti e prestatori d’opera a condizione che queste risorse confluiscano in unfondo pensionistico contrattato.

3. Per evitare il dumping sociale occorre tutelare le prestazioni d’opera con partita Iva individuale. È necessario approvare norme che preservino il vero lavoro professionale, come fatto recentemente da Spagna e Germania, interrompendo i numerosi abusi oggi presenti e tutelando le prestazioni d’opera anche dal punto di vista sociale. Occorre inoltre ridefinire il prelievo previdenziale dei lavoratori con Partita Iva individuale, oggi a loro totale carico e di gran lunga superiore a quello degli altri lavoratori autonomi senza, per altro, che siano inclusi in gran parte delle tutele sociali per le quali pagano (malattia, maternità, congedi parentali, formazione).

In programma diversi incontri in alcune feste Democratiche e dell'Unità e, per settembre, 2 appuntamenti: la prima riunione del coordinamento dei parlamentari contro la precarietà che dovrà valutare le iniziative d’elaborazione e di iniziativa pubblica da promuovere e un seminario sulle partite Iva Individuali e le Professioni non regolamentate che si terrà a Milano.

Gli attuali parlamentari aderenti all’Associazione e al coordinamento sono: On. DAMIANO CESARE, Sen. TREU TIZIANO, On. LETTA ENRICO, On. BELLAN OVA TERESA,
On. BARETTA PIER PAOLO, On. BERRETTA GIUSEPPE, SEN. BIONDELLI FRANCA,
On. BOCCUZZI ANTONIO, Sen. CASSON FELICE, On. CODURELLI LUCIA,
Sen. DI GIROLAMO LEOPOLDO, On. GATTI MARIA GRAZIA, Sen. GHEDINI RITA,
On. GNECCHI MARIALUISA, On. MADIA MARIA ANNA, On. MATTESINI DONELLA,
On. MANTINI PIERLUIGI, Sen. MERCATALI VIDMER, On. MIGLIOLI IVANO,
On. MOSCA ALESSIA, On. MOTTA CARMEN, Sen. MUSI ADRIANO, Sen. NEROZZI PAOLO, Sen. PASSONI ACHILLE, Sen. PINOTTI ROBERTA, On. RAMPI ELISABETTA,
Sen. ROILO GIORGIO, On. MARILENA SAMPERI, On. SCHIRRU AMALIA,
Sen. SOLIANI ALBERTINA.

L’associazione 20 Maggio Flessibilità Sicura, si è costituita nel 2007 - all’interno del Forum del Lavoro del Partito Democratico - con l’adesione di parlamentari, dirigenti sindacali, ricercatori, persone legate all’associazionismo cattolico, a quello culturale o giovanile, professori universitari e, soprattutto, tanti lavoratrici e lavoratori che vivono la precarietà. Ciò ha permesso elaborazioni, analisi e proposte, contenute nel documento del coordinamento Contro la precarietà e per una flessibilità sicura, costruite non solo su basi teoriche ma misurate sull’esperienza quotidiana.

domenica 3 agosto 2008

interrogazione sulle scuole dell'infanzia di Bogogno

BIONDELLI – Al Ministro dell’Istruzione e Università

Premesso che:

la Chiesa Parrocchiale S.Agnese di Bogogno (Provincia di Novara) ha ristrutturato l’Asilo Parrocchiale “Maria Bambina” con una spesa superiore ai 200 mila euro e ha ottenuto dal Ministero dell’Istruzione, Ufficio Scolastico Regionale per il Piemonte, il decreto di riconoscimento di Scuola dell’Infanzia Paritaria n. 3395 del 04/07/2008 per una monosezione di 18 alunni avendo tutti i requisiti di legge richiesti dalle normative e rispettando gli standard di superficie previsti (indice di superficie netta totale mq. 158,39 come da D.M. 18.12.1975 Tab. 5);

la predetta scuola è convenzionata da parecchi anni con il Comune di Bogogno;

gli abitanti del Comune di Bogogno sono ora 1.159;

il Comune di Bogogno, a sua volta, ha ricavato nell’edificio della Scuola Primaria (Elementare) che ospita 50 alunni, una sezione di scuola d’Infanzia statale che può ospitare fino a 25 bambini in un'unica aula di circa 40 mq. con all’interno i servizi igienici di circa 10 mq. senza antibagno senza rispettare i requisiti minimi richiesti dalle normative e gli standard di superficie previsti;

risulta che i ragazzi frequentanti la Scuola Primaria sono privati di spazi necessari e dovranno condividere gli stessi locali e più precisamente il locale adibito a mensa deve essere utilizzato anche come dormitorio per i bambini della Scuola d’Infanzia e l’attività didattica della Scuola Primaria è programmata per tener conto della presenza e di non arrecare disturbo, per le diverse esigenze, dei bambini della scuola d’infanzia specialmente quando riposano;

le esigenze degli alunni delle due Scuole sono completamente differenti anche sotto l’aspetto didattico;

nella predetta scuola d’Infanzia statale, priva dei requisiti più sopra indicati, sono iscritti 15 alunni ai quali è offerto un servizio non adeguato e rispondente alle norme sulla sicurezza e salute dei bambini;

l’apertura della Scuola d’Infanzia statale, priva dei requisiti minimi richiesti, impedisce alla Scuola Cattolica d’Infanzia paritaria di continuare la sua attività poiché non ci sono altri bambini;

l’Ente Pubblico, oltre a far rispettare, deve per primo applicare e rispettare le norme di legge sull’attivazione di qualsiasi servizio pubblico nell’interesse dei suoi utilizzatori;

si chiede di sapere:

se il Ministro è a conoscenza che nel Comune di Bogogno, paese di soli 1.159 abitanti e dove già esite una scuola d’infanzia paritaria recentemente autorizzata dal Ministero, è funzionante una scuola d’infanzia statale fino ad un massimo di 25 bambini senza l’osservanza dei requisiti minimi richiesti dalle normative e degli standard di superficie previsti e quali iniziative intende assumere.

sabato 2 agosto 2008

interrogazione sui tagli di risorse per la giustizia e in particolare per il tribunale di Novara

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA


BIONDELLI – Al Ministro della Giustizia

Premesso che:

l’amministrazione della giustizia nel nostro Paese versa in condizioni d’assoluta gravità per le insufficienti risorse destinate alla stessa;

l’assoluta marginalità delle risorse destinate all’amministrazione della giustizia è ben evidenziata dalla percentuale irrisoria degli stanziamenti previsti, che ammontano soltanto all'1,6 per cento del bilancio complessivo dello Stato (tale percentuale, prevista dalla legge n. 244 del 2007, conferma del resto una tendenza ormai consolidata);

il decreto-legge n. 61 del 2008, recante "Disposizioni finanziarie urgenti in materia di protezione civile", ha ulteriormente privato il Ministero della giustizia di risorse destinategli dalla legge n. 244 del 2007, attribuendo, tra l'altro, parte degli stanziamenti di quest’amministrazione alla copertura finanziaria delle attività e degli interventi che dovranno realizzare la protezione civile;

nonostante tale provvedimento fosse necessario per garantire alla protezione civile le risorse necessarie all'espletamento delle funzioni cui deve assolvere, è altrettanto indispensabile rifondere le amministrazioni i cui stanziamenti sono stati a tali fini sottratti dei mezzi finanziari necessari allo svolgimento dei loro compiti, considerando in particolare le esigenze del sistema giudiziario;

è evidente la necessità di non privare ulteriormente il Ministero della Giustizia delle poche risorse che le sono destinate, soprattutto in vista dell’esigenza di realizzare politiche di sicurezza anche attraverso un complessivo miglioramento dell’efficienza del sistema giudiziario;

la carenza di risorse destinate al Ministero della Giustizia si riflettono inevitabilmente sul regolare funzionamento degli uffici giudiziari impedendo la celebrazione di processi e/o addirittura si rischia la paralisi in alcuni degli uffici medesimi;

particolarmente indicativa è la gravissima situazione in cui si trova il Tribunale di Novara, secondo per importanza in Piemonte, con annessa la sezione distaccata di Borgomanero per la carenza di magistrati con un organico già ridotto di 18 che si ridurranno di sei unità per trasferimenti già effettuati e quelli nell’attesa d’attuazione ma già disposti e di personale amministrativo e mezzi che coinvolgono anche l’Ufficio di Sorveglianza di Novara competente per le carceri di Novara, Verbania ed Aosta che compromette seriamente il regolare funzionamento della giustizia a garanzia dei cittadini e/o addirittura si rischia la paralisi dello stesso;

l’Ufficio di Sorveglianza di Novara competente per le carceri di Novara, Verbania ed Aosta non è ancora dotato di un’autovettura di servizio;

Il Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Novara - in un incontro pubblico in data 21-07-2008 alla presenza di magistrati e autorità locali, giornalisti - ha denunciato la grave situazione d’emergenza del Tribunale di Novara e della sezione distaccata di Borgomanero evidenziando che il perdurare e/o accentuare delle carenze di magistrati, personale amministrativo e mezzi rischiano di paralizzare l’attività giudiziaria del Tribunale di Novara se non si pongono in essere urgenti provvedimenti;

si chiede di sapere:

se il Ministro intende attivarsi presso il CSM a rappresentare la grave carenza di magistrati presso il Tribunale di Novara e a chiedere al medesimo un intervento in tempi brevi e idonei e quali provvedimenti urgenti invece il Ministro intenda assumere direttamente al fine di coprire i vuoti che caratterizzano l’organico del Tribunale di Novara con la sezione distaccata di Borgomanero di personale amministrativo e a dotare l’Ufficio di Sorveglianza di Novara (competente per le carceri di Novara, Verbania ed Aosta) di un’autovettura di servizio il tutto per evitare il pericolo di una paralisi della giustizia a Novara;

interrogazione sulle carenze di organico della polizia penitenziaria a Novara e in Piemonte

Ai Ministri della giustizia, del lavoro, della salute e delle politiche sociali e dell'economia e delle finanze - Premesso che:
l'interrogante è a conoscenza del fatto che nell'istituto penitenziario di Novara il personale versa in una grave e preoccupante situazione e, nonostante sia stata ripetutamente segnalata al Provveditore regionale la continua carenza d'organico, a tutt'oggi non sono state assunte iniziative risolutive e il personale della Polizia penitenziaria continua a vedere calpestati i diritti derivanti dal loro rapporto contrattuale di lavoro;
il personale stesso non percepisce, da diversi mesi, le indennità per i servizi esterni e sono emerse difficoltà per la sicurezza del lavoro;
tale grave e preoccupante situazione si verifica anche in tutti gli altri istituti penitenziari presenti in Piemonte, oltre a sussistere, per questi ultimi, altre specifiche criticità ben note;
considerato che:
il problema evidenziato deriva dalla carenza di organico della Polizia penitenziaria, e dalle difficili e precarie condizioni di lavoro in cui gli agenti compiono le proprie funzioni, con gravi ripercussioni anche sulla loro sicurezza, senza tralasciare gli aspetti economici sopra indicati;
le condizioni di vita negli istituti di pena dipendono anche dal sovraffollamento carcerario che, ad avviso dell'interrogante, può essere risolto solo con la realizzazione di nuovi istituti;
con le leggi finanziarie approvate nel corso della XV Legislatura erano state previste risorse aggiuntive finalizzate all'assunzione di agenti di Polizia penitenziaria,
si chiede di sapere:
se il Governo sia a conoscenza di quanto descritto e quali iniziative urgenti intenda assumere al riguardo;
se e quali provvedimenti il Governo intenda adottare alla luce di quanto sopra, in particolare in merito all'aumento del personale nell'istituto di pena di Novara e in tutti gli altri istituti di pena presenti in Piemonte.