Ancora una volta mi trovo a scrivere, su questo blog, di una fabbrica del nostro territorio che chiude.
Quest'oggi alle 15:30 ho incontrato i lavoratori della cartiera Ermolli di Crevacuore, un gruppo di 85 persone per i quali la situazione è, a dir poco, drammatica.
La storia purtroppo è sempre la stessa: industrie di eccellenza che inspiegabilmente passano di mano in mano, di gestione in gestione, senza la minima cura per il lavoratore, trattato come un bene stoccato in magazzino.
Ho voluto incontrare questi lavoratori, che mi hanno contattato tramite la mia pagina di Facebook per far loro sentire la mia vicinanza e prometter loro un impegno concreto per cercare, oltre ogni limite, una soluzione perchè questo non diventi l'ennesimo caso Bemberg, Ideal Standard o Phonemedia.
E qui vorrei subito fare un appello molto chiaro. Negli ultimi tempi, e ne sono testimoni gli sfortunati lavoratori Bemberg più volte oggetto di strumentalizzazioni, si è diffusa l'usanza di visitare le fabbriche in difficoltà promettendo soluzioni astratte e prive di concretezza con il solo scopo di guadagnare simpatie e qualche voto: è ora di finirla.
Non ci si deve dimenticare infatti che, dietro a ogni promessa, seppur astratta, si nasconde la speranza e la disperazione di una famiglia che non arriva alla fine del mese, si nascondono padri e madri che non hanno altro reddito se non quello della cassa integrazione che, ovviamente, non dura in eterno.
E' ora di dare risposte concrete che non siano fatte di ottimismo vagheggiante ma di misure di vera politica del lavoro che tuteli i lavoratori e punisca gli imprenditori scorretti. Se nell'America di Obama la priorità è la Sanità nell'Italia di Berlusconi la priorità è il lavoro?
Ovviamente no: in parlamento negli ultimi mesi si continua a parlare di processi brevi, di legittimi impedimenti e di altre leggi ad-personam che nulla hanno a che spartire con il Governo del paese e con la soluzione dei problemi reali che i cittadini sentono sulla propria pelle.
Ai lavoratori di Crevacuore prometto di portare in parlamento, già nella giornata di Mercoledì, un'interrogazione urgente per chiedere l'apertura di un tavolo di concertazione: chiederò di dare risposta a questi operai che ormai vivono accampati per difendere un posto di lavoro che, per colpa non loro, stanno per perdere.
Dunque rivolgo un appello a entrambe le parti politiche, basta strumentalizzazioni, impegnamoci seriamente, senza fare politiche di annuncio ma lavorando, per citare le parole del Card. Martini, "nel silenzio", facciamolo per queste famiglie, per dare loro un futuro migliore.
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