martedì 23 febbraio 2010

Il mio discorso in ricordo di Mora e Gibin, eroi della resistenza

Vorrei rivolgere quest’oggi un saluto a tutti i presenti: ritrovarsi qui oggi vuol dire raccogliere, ancora una volta, il messaggio del nostro Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano che ci invita a rafforzare il comune impegno di memoria, di riflessione e trasmissione alle nuove generazioni del valore della Resistenza.
A questo movimento, a questa unione di ideali sociali e politici, dobbiamo la nascita della nostra Nazione, della nostra Costituzione che ancora oggi, nonostante gli attacchi di certe parti politiche dalla memoria evidentemente breve, rimane un documento attuale e forte.


Se provassimo ad immaginare, anche solo per un momento, quale sarebbe stata la storia d’Italia se la resistenza non avesse animato lo spirito di molti Italiani, desiderosi di riscossa e di rinascita, ci troveremmo di fronte ad un senso di dissoluzione e sbandamento totale.
Fortunatamente, quel giorno, in quell’8 settembre che ha cambiato la nostra storia, gli italiani, e in prima linea i partigiani, hanno deciso di farci un grande dono.


Mio padre era un partigiano, un uomo che ha combattuto per darmi un’Italia migliore, c’è riuscito, ed è stato più fortunato delle migliaia di caduti, tra cui molte donne, che non hanno fatto ritorno a casa.


Lui è tornato, e ha portato nel cuore questa esperienza che mi ha trasmesso sin dai primi anni della mia vita.


Ed è proprio ad Ernesto Mora ed Ezio Gibin che vorrei rivolgere un ricordo.


La loro è la storia che mi è rimasta più impressa, due giovani, due ragazzi, pronti al sacrificio estremo pur di difendere un ideale di pace e di libertà.

“Ho la sventura di essere testimone al massacro dei due giovani eroi. Gettati dal camion, come fossero sacchi, i carnefici si avventavano con pugni, pedate e calci di moschetto sui corpi dei due partigiani. […] Non un lamento esce dalle labbra dei due ragazzi".


A questi due eroi, la cui storia spesso è ignorata, dobbiamo dedicare nuovi momenti di approfondimento culturale: perché il loro sacrificio non venga dimenticato ma diventi esempio per i nostri giovani, perché quando a loro consegneremo il futuro, gli errori terribili del passato non si ripetano.

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