lunedì 24 giugno 2013

Rieducazione al posto del carcere per i reati minori di non pericolosità sociale

La mia relazione in Commissione Affari sociali e il mio intervento alla Camera

All’interno dell’analisi della Delega al Governo in materia di pene detentive non carcerarie (Progetto Di Legge 331), la Commissione Affari Sociali, di cui io faccio parte, è stata chiamata ad esprimere un giudizio sulla sezione riguardante l’introduzione della così definita ‘Messa alla prova’. Su questo tema, il cui parere favorevole è stato votato a larga maggioranza, ho relazionato personalmente in Commissione. La ‘Messa alla prova’ ha funzione di riduzione del sovraffollamento carcerario, ma anche e soprattutto le funzioni di: umanizzazione della pena; rieducare il detenuto e reinserirlo nella società attraverso lavori socialmente utili. Sono esclusi da questa formula di pena i reati più gravi compreso lo stalking, maltrattamenti in famiglia e quelli considerati pericolosi per la collettività. Le statistiche sono unanimi nel riconoscere che il carcere favorisce assai di più la recidiva che la rieducazione. E’ un concetto moderno che modifica l’approccio ai reati minori. Gli stessi assistenti sociali che lavorano nelle carceri chiedono uno snellimento delle procedure burocratiche per pensare sempre meno alla detenzione e sempre più a percorsi per la riabilitazione. Con il Progetto di Legge 331, abbiamo incominciato un cammino vero verso un nuovo modo di affrontare il problema penitenziario senza diminuire o abolire le sanzioni penali, ma dando ad esse una giusta accezione che miri a sanzionare il reo con una pena effettivamente commisurata alla gravità del reato. Oggi, approvare questo provvedimento, sarebbe un passo importante, di grande civiltà. 

Questo il link per vedere il mio intervento alla Camera di oggi https://www.youtube.com/watch?v=GM0exI4-T70

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