mercoledì 12 giugno 2013

Istruzione e cultura serve una svolta programmatica

Le politiche fatte solo di tagli lineari attuate negli ultimi 5 anni su: istruzione, università, ricerca e cultura hanno colpito in modo insostenibile il sistema, mettendo a rischio sia i livelli minimi di funzionamento che i diritti fondamentali di cittadinanza. I dati sono impietosi. Gli investimenti in istruzione hanno una media europea pari al 5,7% del Pil. In Italia si tocca il 4,5%. Il tasso di abbandono scolastico in Italia è al 18,8%, in Europa al 13,4%. Nella scuola centinaia di migliaia di docenti e personale Ata sono precari, senza contare che i salari dei docenti sono tra i più bassi in Europa. Gli altri paesi, per far fronte alla crisi hanno investito in ricerca, istruzione e patrimonio culturale. In Italia, tutto questo è venuto a mancare. Per questa ragione ho sostenuto una Mozione presentata a prima firma Maria Coscia, diretta ad impegnare il governo a riportare gradualmente l’investimento per l’istruzione, la formazione e gli enti di ricerca sul livello medio degli altri paesi Ocse ed avviare una nuova stagione per il personale scolastico partendo dal rinnovo del contratto di lavoro degli insegnanti. Gli obiettivi della mozione sono di riportare la spesa pubblica per la cultura ai livelli europei ritenendo questo un settore fondamentale per crescita e sviluppo. 

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