Le politiche fatte solo di tagli lineari attuate negli ultimi 5 anni su:
istruzione, università, ricerca e cultura hanno colpito in modo insostenibile
il sistema, mettendo a rischio sia i livelli minimi di funzionamento che i
diritti fondamentali di cittadinanza. I dati sono impietosi. Gli investimenti
in istruzione hanno una media europea pari al 5,7% del Pil. In Italia si tocca
il 4,5%. Il tasso di abbandono scolastico in Italia è al 18,8%, in Europa al
13,4%. Nella scuola centinaia di migliaia di docenti e personale Ata sono
precari, senza contare che i salari dei docenti sono tra i più bassi in Europa.
Gli altri paesi, per far fronte alla crisi hanno investito in ricerca,
istruzione e patrimonio culturale. In Italia, tutto questo è venuto a mancare.
Per questa ragione ho sostenuto una Mozione presentata a prima firma Maria
Coscia, diretta ad impegnare il governo a riportare gradualmente l’investimento
per l’istruzione, la formazione e gli enti di ricerca sul livello medio degli
altri paesi Ocse ed avviare una nuova stagione per il personale scolastico
partendo dal rinnovo del contratto di lavoro degli insegnanti. Gli obiettivi
della mozione sono di riportare la spesa pubblica per la cultura ai livelli europei
ritenendo questo un settore fondamentale per crescita e sviluppo.
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