Nel luglio 2009, con quattro voti favorevoli su cinque, anche l’Agenzia italiana del farmaco (l’ente che autorizza i nuovi farmaci) ha dato il via libera alla commercializzazione nelle strutture ospedaliere italiane del Mifegyne (Mifeprostone) prodotto dalla Exelgyne. Le regole: la Ru486 può essere somministrata, nel rispetto della legge 194, solo in ambito ospedaliero e con l’obbligo di ricovero dal momento dell’assunzione all’avvenuto aborto. Dallo scorso dicembre, con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, la Ru486 è commerciabile anche in Italia. (fonte Corriere)
Questo è quanto dice la legge: quanto permette una norma, la 194, che siccome in vigore, deve essere applicata senza se e senza ma.
Naturalmente però, ritengo che ci debba sempre essere una grande attenzione per la donna e ribadisco che l’uso di questo farmaco deve essere comunque monitorato, evitando che sia considerato come un rimedio qualunque alla stregua dell’ aspirina.
Evidentemente, il neo-Governatore Cota,non ha le idee chiare sulle vere priorità della sanità piemontese.
Le criticità sono molte: la disabilità grave le scarse risorse, i tempi lunghi sulle liste d’attesa, i concorsi dei Primari taroccati, i direttori Generali spesso inadeguati, il problema delle cure odontoiatriche per anziani e disagiati… Sono stranamente convinta che siano queste le vere priorità su cui concentrare la propria attenzione e non su un problema che, essendo superate le fasi previste dalla legge per l’ammissione del farmaco sul mercato e la sua somministrazione, è pura propaganda per ingannare l’elettorato sensibile alla questione.
Un partito che tutela la vita sulla carta e poi perseguita gli immigrati, rimandando a casa donne e bambini affamati e assetati sui barconi, non è serio. Sveglia!
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