mercoledì 24 luglio 2013

I danni non calcolati di un ottuso ostruzionismo

Un parlamentare che viene eletto ha il dovere morale, civile, politico di dare tutto se stesso e  lavorare. Chi non lo fa ne deve rispondere ai suoi elettori e a tutta la nazione. Il lavoro di un parlamentare che si rispetti è duplice: una parte riguarda la sua attività a Roma, un’altra riguarda l’ascolto della voce dei cittadini per far fronte alle loro esigenze. Oggi, invece, vince ancora il qualunquismo e la demagogia di un gruppo parlamentare che pur di dimostrare, a tutti i costi, che ci sono delle difficoltà decisionali si mette a fare un inutile ostruzionismo che va a discapito della situazione italiana che necessita, invece, di decisioni. Gli ordini del giorno presentati alla Camera da rappresentano una perdita di tempo che va a discapito delle persone bisognose che necessitano di confronto e risposte. La mia attività politica è sotto gli occhi di tutti. Una volta lasciata Roma sono a completa disposizione dei cittadini. Non esistono sabati, domeniche o festivi. Vivo costantemente il mio territorio per conoscerne le difficoltà e le esigenze. Disdire gli impegni e l’attività per lavorare a Roma è un conto, ma perdere il contatto con il territorio, anche solo per un giorno, a causa di un ottuso ostruzionismo che non condurrà a niente è doloroso. Ancora una volta si scrive una brutta pagina della politica, ancora una volta si ribalta la verità pur di portare avanti una assurda ‘caccia alle streghe’. Chi gioca con le istituzioni per il solo gusto di imporre la dittatura della minoranza preferisce stare a Roma a scaldare le sedie lasciando da parte le esigenze del territorio e andando a ledere il lavoro dei parlamentari. Chi invece lotta tutti i giorni per costruire un’Italia migliore attraverso il confronto è costretto a disdire appuntamenti. L’ostruzionismo della minoranza è logico e ha senso quando non si va a ledere gli interessi dei più deboli. Ci sono disoccupati, associazioni di malati e dei loro familiari che hanno pagato sale convegni e hanno messo in moto importanti macchine organizzative, pur di dar voce alla loro speranza e spiegare la propria situazione. Invece non potranno confrontarsi con nessun rappresentante istituzionale. Tutti noi perdiamo così l’opportunità di costruire percorsi progettuali per migliorare le condizioni dei più bisognosi. E’ difficile accettare tutto questo per l’irresponsabilità di chi preferisce stare a Roma e rincorrere un titolo sul giornale.

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