lunedì 29 luglio 2013

Con il Magistrato Chinnici l’Italia scoprì un nuovo modo di contrastare le mafie

Oggi ricorre il trentennale della tragica morte di Rocco Chinnici, un Magistrato ucciso barbaramente con un’autobomba a Palermo il 29 luglio del 1983. E’ importantissimo ricordare la sua figura perché negli anni 70 scrisse pagine importanti di contrasto alla criminalità organizzata, tanto che i suoi metodi furono fondamentali per proseguire la lotta alla Mafia. Nel 1979 Chinnici venne nominato consigliere istruttore. E’ in questo periodo che progettò il lavoro di gruppo, una rivoluzione per gli uffici giudiziari, dando forma al primo nucleo di quello che sarà il pool antimafia. Accanto a sé volle tra gli altri due giovani magistrati: Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. E’ con loro che mise in cantiere le prime indagini di quelli che si caratterizzeranno come i più grossi processi per mafia degli anni Ottanta. Per tutti, il “rapporto dei 161″, la premessa del primo maxi-processo. Rocco Chinnici ebbe un’altra grande intuizione: aveva compreso, infatti, l’importanza della cultura della legalità e della prevenzione e fu il primo magistrato a incontrare gli studenti delle scuole e delle università.

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