Ho partecipato oggi, nella sala ‘Mappamondo’ di
Montecitorio, al convegno: ‘La verità necessaria – I processi di
riconciliazione nei paesi della Primavera Araba’. Fra i presenti la Presidente
della Camera dei Deputati Laura Boldrini e l’On. Khalid Chaouki della
Commissione Cultura AP. Fra gli intervenuti vorrei mettere in evidenza il
contributo portato dal Vice Presidente del Congresso Generale Nazionale della
Libia, Juma Atigha. Dalla sua testimonianza è emerso come la violenza sessuale
fatta non solo su donne, ma anche su uomini e bambini, siano diventate contesto
di guerra sotto la dittatura di Gheddafi. La fine del regime, che ha commesso
crimini indicibili sul corpo e sulla mente della popolazione, ha aperto un
forte dibattito su queste tematiche. Al Parlamento libico è stato presentato un
disegno di legge che tutela le vittime che hanno subito violenza, equiparando
queste azioni ai crimini di guerra. Oltre a quello di tutela, questa iniziativa
legislativa, ha lo scopo di coinvolgere direttamente ed indirettamente anche
gli altri Stati dove questi crimini sono stati effettuati in passato o vengono tutt’ora
effettuati. Ricco di contenuti anche l’intervento di Maria Nicoletta Gaida,
donna di grande esperienza internazionale, che ha presentato 150 progetti in
difesa delle vittime dei conflitti, coinvolgendo figure importanti della
politica, dell’economia e della religione. Per lei risulta essere fondamentale
raccontare quanto è successo. Raccontare i crimini di guerra apre, di fatto, la
strada al processo democratico. Se questi dovessero restare nascosti resterebbe
del veleno a minare la società civile. Con la dittatura di Gheddafi si è fatto
uso della violenza sessuale per sottomettere e umiliare mentalmente le
popolazioni. Aprire un percorso giuridico, come il progetto di legge libico, è
importante per fare in modo che le organizzazioni internazionali e la comunità
internazionale si attivino in tutti gli stati del mondo per debellare questi
gravi crimini.
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