In Piemonte la sanità peggiora di giorno in giorno e le prospettive per il futuro sono quanto mai cupe.
I cittadini e gli operatori mi contattano con sempre maggior frequenza per confermarmi le loro preoccupazioni e le notizie che giungono dalla Regione e dal Governo danno loro ragione.
Nel quadro di riorganizzazione della Sanità hanno fatto capolino alcune "novità" che investono i Primariati che, a quanto pare, dovranno essere ridotti.
Dopo il blocco del turnover, ora tocca ai primariati, sono "troppi e con eccessiva facilità sono stati assegnati in passato" come ha più volte ribadito il Presidente Cota.
Cosa ribattere? Si verifichino bene le circostanze, chi ha nominato questi Primari facili? Non sarebbe quindi necessario controllare proprio i Direttori Generali e i Politici di Turno (di destra e sinistra) che hanno portato a questo?
Le prospettive che infatti oggi ci troviamo davanti sono preoccupanti: il nuovo "parametro" per le strutture complesse è 19 posti letto. Al di sotto di quel numero si chiede all'Azienda Sanitaria di rivedere la propria pianta organica prevedendo accorpamenti. Se verrà confermato questo "limite" si apriranno scenari di stravolgimento di numerosi reparti, specialmente nelle piccole realtà....penso a Borgomanero.
Un accorpamento che lascia subito percepire le limitazioni sul piano del servizio: sono moltissimi i reparti che sarebbero investiti... anche in realtà come il CTO e come le Molinette.
Il concetto di riduzione delle strutture complesse non è, in se, qualcosa di sbagliato: ho più volte ribadito la necessità di ridurre - ove si perpetrano - gli sprechi. Ma una decisione meramente numerica che non considera le peculiarità delle Specialità o i bisogni dei territori... non è accettabile.
Una situazione di gravissima incertezza dunque quella che si vive negli ambienti della Sanità Piemontese, aggravata anche dall'ancora "nebbiosa" abolizione dei consorzi che non è seguita ad una ridefinizione e riassegnazione delle loro funzioni .
Concludendo dunque, la situazione è davvero problematica e la Regione manca di concretezza e coerenza ciò che farebbe davvero "bene" alla Sanità Piemontese.
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