giovedì 13 ottobre 2011

Corsi per OSS - Al ministro si chiede Chiarezza

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

BIONDELLI - al Ministro della Salute

Premesso che:

- le problematiche che stanno emergendo in ordine al profilo degli Operatori Socio Sanitari hanno assunto una portata tale che non possono essere più tralasciate in quanto incidono sia sugli aspetti organizzativi del sistema salute in Italia, sia anche per la collocazione di queste professionalità; restano infatti improrogabili le iniziative ed i provvedimenti che devono essere assunti, dal momento della loro formazione fino all’inserimento nelle strutture sanitarie e socio sanitarie in modo adeguato ed efficiente.

- nel frattempo, anche approfittando dell’attuale incertezza legislativa, ed anche per la carenza di chiare forme di vigilanza, si appalesano corsi di formazione da parte di Enti privati che, dichiarandosi autorizzati da organi ministeriali, svolgono attività di dubbia legittimità, già oggetto di indagini da parte degli organi di Polizia Giudiziaria.

Considerato che:

- che la interrogante è cofirmataria del Disegno di Legge n. 2601 (d’iniziativa dei senatori Granaiola, Biondelli, Nerozzi, Bassoli, Amati, Del Vecchio, Pignedoli, Fioroni e Pinotti) comunicato alla Presidenza il 9 marzo 2011, ed avente per oggetto: Istituzione delle figure professionali di operatore socio-sanitario (OSS) e operatore socio-sanitario con formazione complementare in assistenza sanitaria (OSSC).

- la formazione degli OSS è attualmente in una fase di disorientamento generale, si parla di una professione nascente, ma in realtà è evidentemente una professione trascurata, senza omogeneità, spinta ad adattarsi alle richieste dell'emergenza infermieristica che ha caratterizzato il Paese negli ultimi anni;

- purtroppo, in Italia, per gli OSS si è diffusa una formazione disomogenea, il più delle volte incompleta e non aggiornata allo stato attuale della realtà sanitaria e sociale del nostro Paese. Percorsi di formazione - organizzati a livello regionale, ma anche da organizzazioni private - di 1000-1200 ore al massimo, che hanno spesso il solo obiettivo di fornire agli iscritti il maggior numero di concetti nel minor tempo possibile, magari senza essere arricchiti da uno stage o da un tirocinio pratico, che invece sono fondamentali;

- in alcuni casi sono previsti addirittura di corsi di formazione a distanza;
- che i corsi organizzati da strutture private, a fronte di una spesa onerosa, non sono spesso spendibili al di fuori di queste stesse strutture, risultando, quindi, inutili nell'ambito pubblico;

- che tale vicenda, nella sua complessità, coinvolge persone che non solo possono essere truffate, ma ove comunque si carpisce la buona fede, nel bisogno di trovare un’occupazione lavorativa, peraltro in un momento così difficile per la realtà economica italiana.

Tutto ciò esposto,

si chiede al Sig. Ministro della Salute :

- se e quali provvedimenti intenda intraprendere per contrastare la diffusione di corsi da parte di privati con chiaro intento speculativo e che non portano ad ottenere alcun titolo professionale valido ed idoneo per l’inserimento nel settore della Sanità e/o socio sanitario

- quali provvedimenti intenda intraprendere per dare maggiore trasparenza e legalità ad un settore lavorativo e sociale così importante e determinante per la salute della persona, purtroppo non ancora riconosciuto come figura nel ruolo sanitario.

Nessun commento: