Ecco, come promesso, l'interrogazione ai ministri competenti per i fatti incresciosi e vergognosi verificatisi prima a Chieri e poi in Friuli, ai danni dei giovani disabili e del loro diritto allo studio.
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA
BIONDELLI - Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca
- Ministero dell'Interno
Premesso che:
Quello allo Studio è uno dei diritti tutelati dalla nostra Costituzione agli artt. 33 e 34 che sancisce l'accessibilità a livello universale dell'istruzione di base;
la stessa Costituzione, afferma nel suo terzo articolo, che " È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese";
già in una mia precedente interrogazione si era stigmatizzata la situazione di disagio che vivono le famiglie di questi ragazzi e le grandi fatiche che, con i pochi aiuti dello stato, quotidianamente fanno per assicurare loro una vita dignitosa;
le recenti esternazioni di alcuni amministratori locali (Friuli e Chieri), suonano ancora una volta come un campanello di allarme che ci deve far riflettere sull'ormai strisciante e inarrestabile darwinismo sociale che pervade la collettività in cui, ai principi perequativi ed egualitari, si stanno sostituendo via via a criteri selettivi in cui i meno fortunati restano alle spalle;
le difficoltà che sono quotidianamente affrontate dalle migliaia di amministratori italiani, sono frutto di una cattiva gestione del sistema scolastico post-riforma unita ad una generale disattenzione nella pianificazione delle risorse realmente necessarie agli organici scolastici che mal si coniuga coi tagli effettuati;
si chiede
al Ministro competente quale misura urgente di revisione della Riforma voglia porre in essere per rimediare al grave disagio che vivono gli studenti italiani, con particolare attenzione a quelli diversamente abili;
se non ritenga, il competente Ministro dell'Interno, che le affermazioni prive di rispetto e decoro, rese da parte di un rappresentante dello Stato, siano censurabili e oggetto di una netta presa di posizione da parte del Governo e che non sia una banale dissociazione.
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