mercoledì 14 luglio 2010

Il mio Intervento in difesa dei Disabili

BIONDELLI (PD). Signor Presidente, la manovra finanziaria in discussione nasce da esigenze che possono anche ritenersi condivisibili per il riequilìbrio dei conti. Ciò non significa che essa non debba essere dettata a principi di equità e giustizia. Essa deve rappresentare un momento fondamentale per delineare e dare concretezza a provvedimenti di cui si avverte la necessità anche per migliorare lo Stato sociale, il benessere dei cittadini, ma soprattutto per eliminare quelle anomalie che non sono degne di un Paese civile ove vige la democrazia. È il momento in cui vengono definite le priorità, soprattutto basandosi sul contesto sociale attuale.

Vorrei inoltre soffermarmi su una grave carenza di questa manovra che mi sta particolarmente a cuore evidenziare: non si affronta il tema delle invalidità in forma sistemica. La disabilità è materia complessa ed occorre affrontarla innanzi tutto su due presupposti, cioè la coscienza civica e l'impatto sociale. Mi viene da pensare che occorra sovvertire l'attuale punto di osservazione: comunemente si tende a pensare che la disabilità sia un peso per la società; io sostengo che sia più logico pensare che allo stato attuale è la nostra società che si pone come un peso per il disabile, proprio perché la questione deve essere posta in un'ottica diversa. Si consideri quanto sia difficile l'inserimento nel mondo del lavoro o l'essere accantonato da parte da una società che non riconosce al disabile gli stessi diritti o almeno le stesse aspettative di qualsiasi cittadino. Infatti, al disabile viene riconosciuta una pensione da fame, che certamente mina la dignità della persona ed è scandalosa per un Paese civile ed evoluto. Meno male che si è evitato, con un'inaspettata illuminazione sulla via di Damasco degli estensori del disegno di legge, che si procedesse ad una sciagurata revisione delle percentuali per accedere al diritto. Ciò rappresenta la dimostrazione che si conosce ben poco il mondo della disabilità e che neanche esiste una cultura sociale per trovare soluzioni organiche ed efficaci per favorire l'inserimento a pieno titolo nella nostra società. Mi preme sottolineare in questo contesto che poco viene destinato al mondo della disabilità, il quale anzi viene mortificato con i tagli agli enti locali, dalle Regioni ai Comuni.

Oltre ad essere particolarmente delusa da tanta insensibilità da parte del Governo, ritengo assurdo constatare che tuttora venga diffuso dal Governo ai cittadini il Libro bianco sul futuro modello sociale. Cito solo poche parole: «I loro diritti sono diritti di tutte le persone. Nei territori più efficienti si è sviluppato un sistema di servizi integrati per assicurare alle persone con disabilità i livelli essenziali di diagnosi, cura, riabilitazione». In realtà, credo vi sia molto poco di tutto questo.

Un altro punto critico riguarda il blocco del turnover nel settore della sanità. Le risorse umane sono altamente qualificate ed ogni figura professionale svolge un ruolo determinante. Inoltre, sono gravi le carenze in talune specialità mediche. Per fare un riferimento ancora più stringente, mi richiamo alla difficile situazione organica del personale infermieristico, tecnico e di assistenza alla persona. Da alcuni anni le aziende sanitarie fanno ricorso a contratti di lavoro a tempo determinato, anche a personale straniero, proprio per rispondere alle più immediate esigenze. Ricordo, tra l'altro, che nella sanità le prestazioni vengono erogate 24 ore al giorno. Pertanto, in carenza di personale l'unico rimedio può essere la chiusura di reparti ospedalieri o la riduzione di prestazioni territoriali. Inoltre, la dirigenza delle aziende sanitarie ha già obiettivi di spesa che le Regioni hanno imposto e quindi era già previsto un eventuale taglio nell'utilizzo delle risorse umane.

Per quanto riguarda l'aspetto finanziario, ossia la necessità di cui alla manovra di ridurre i costi, il recupero delle risorse può avvenire mediante provvedimenti attuativi di norme di equità fiscale, sebbene ci sia da considerare che il mancato rispetto degli standard dei livelli essenziali di assistenza provoca costi sociali di molto superiori a quelli che vogliono essere gli ipotetici risparmi.

Spiace verificare che il Governo ha costruito questa manovra sulle spalle delle persone deboli e delle loro famiglie. Ho capito che in questo Paese gli ultimi rimarranno gli ultimi. (Applausi dal Gruppo PD).

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