Oggi si celebra la festa della
nostra Repubblica. Una ricorrenza dettata nella sua data dal referendum con il
quale i cittadini scelsero una via differente dalla Monarchia. Oggi quel furore
democratico dimostrato con la partecipazione di massa al referendum (ben l’89%
degli aventi diritto si recarono a votare), vive un momento di forte crisi. Oggi
siamo all’indomani di una tornata elettorale che ha portato alle urne solo il
52% degli aventi diritto. Vuol dire che una persona su due non è andata a
votare per queste elezioni regionali. Faccio eco a quanto detto dal Presidente
della Repubblica Mattarella rivolgendosi ai Prefetti in questi giorni di festa
per la nostra nazione. Il primo male da combattere è senza ombra di dubbio la
corruzione che vive e prolifica nelle istituzioni andando a ledere i principi
democratici e di libero mercato a cui l’Italia si ispira da sempre. Un male, un
cancro, che collegato alla criminalità organizzata, ha fatto sì che metà degli
italiani non creda più nel voto; espressione numero uno della vita democratica
di un paese nonché linfa vitale per i suoi valori e per la sua attività.
Bisogna allo stesso modo però distinguere quella che è la reale difficile
situazione della lotta alla corruzione con chi fa di questa tematica un
semplice argomento di campagna elettorale, soffiando sul fuoco della
disaffezione solo per ottenere consenso mentre nella sua reale attività
politica nega questi stessi principi togliendo il consenso a quelle leggi che
andrebbero a contrastare con maggiore forza il diffondersi della corruzione. Oltre
alle celebrazioni ufficiali ho partecipato alla simbolica consegna della
cittadinanza ai ragazzi stranieri che vivono in Novara. Viviamo giorni
complessi, in cui la propaganda non sta facendo altro che metterci l’uno contro
l’altro. Ritengo però, che i tempi siano maturi, per fare in modo che le
tematiche dei diritti civili siano affrontate. Tematiche che troppe volte sono
state utilizzate solo in campagna elettorale. Un tema che il Premier Renzi ha
portato più volte all’attenzione dei media. Ritengo che ci possano essere le
condizioni affinché si possano compiere passaggi importanti all’interno di
questa legislatura. Il concetto che mi preme sottolineare vuole andare contro
una affermazione davvero brutta ed antipatica che ogni tanto sentiamo in giro
da coloro che fanno politica per populismi. Voi qui non siete ospiti. Voi qui
siete cittadini. Seguendo le direttive che lo Stato democratico detta anche voi
siete chiamati al vostro dovere per costruire uno Stato migliore e più forte.
Noi italiani lo abbiamo fatto all’estero e così è stato per coloro che vi hanno
preceduto. Il vostro impegno è un grande valore su cui la vita del nostro paese
può e si deve basare.
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