Con l’avvicinarsi della ricorrenza del prossimo 27 Gennaio, il mio pensiero torna ai racconti che hanno popolato la mia infanzia da figlia di Partigiano, i dolori della guerra, la povertà ed inevitabilmente gli orrori perpetrati nei campi di concentramento da quel delirio chiamato “Nazifascismo”.
Il mio pensiero va ai milioni di innocenti che sono partiti, stipati come bestie, verso un destino crudele e inumano quali i campi di lavoro e di sterminio: non solo Ebrei, ma anche omosessuali, oppositori politici, Rom, Sinti, zingari, testimoni di Geova, pentecostali e – non ultimi – i Disabili.
Veder rifiorire oggi, il seme della xenofobia e del razzismo, dell’intolleranza e della violenza, apre una ferita che non possiamo ignorare: è nostro dovere trasmettere, ai nostri figli e nipoti, i valori e le lezioni apprese da quel terribile periodo.
Gli errori compiuti nel passato sono una macchia indelebile nella nostra storia che non possiamo e non dobbiamo dimenticare: da essi al contrario dobbiamo trarre spunto perché episodi del genere non si verifichino mai più.
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