Venerdì 20 febbraio a Monapello
ho partecipato ad un convegno dal titolo ‘Quantum situm est in me…’ Bullismo,
ludopatie, dipendenze. Ringrazio di cuore gli organizzatori per avermi invitato
a partecipare in particolar modo gli altri relatori: la collega On. Vittoria
D’Incecco della Commissione Affari Sociali, la Prof.ssa Di Donato, Don Enrico
D’Antonio Direttore della Caritas diocesana Chieti-Vasto, la Psicologa Stefania
Menna, l’Assessore Regionale alle Politiche Sociali abruzzese Marinella Sclocco.
Fra i temi trattati all’interno del convegno il Cyberbullismo. L’attenzione per
questo tema è molto alto. Nel nostro paese è un fenomeno che cresce a velocità
esponenziale e che crea preoccupazione per i tragici episodi che ne derivano. I
Social Network sono strumenti preferiti dal ‘Cyber bullo’ che colpisce la
propria vittima con foto, immagini e creazioni di ‘gruppi contro’. Naturalmente
la scuola rimane luogo principale dove questi episodi hanno inizio e si
sviluppano. Nel mio intervento ho sottolineato come presso la commissione
Affari Costituzionali è in discussione, con iter già avanzato, un DDL legato a
questa tematica. La forte volontà di questo Governo è quella di contrastare il
fenomeno, aiutare le famiglie e offrire loro gli strumenti necessari per
giungere alla conoscenza approfondita del fenomeno e dare linee guida per la
prevenzione e contrasto anche in abito scolastico. Fondamentale è fare rete con
i servizi sociali, i Prefetti, gli Enti locali e le forze dell’Ordine. In tema
di Ludopatia, ricordo che già nel Decreto Balduzzi nel 2012, questa viene
riconosciuta come patologia. L’aumento dei giocatori e soprattutto delle somme
giocate, fa emergere un quadro preoccupate soprattutto per le ricadute sociali.
Inoltre i costi sanitari sono in forte aumento e i pericoli di inquinamento
mafioso nell’industria del gioco d’azzardo è altissimo. Per anni si è pensato
che lo Stato guadagnava miliardi, ma oggi si è capito che quelle entrate sono
inferiori alla spesa che stiamo affrontando a livello sanitario. Anche in
questo caso c’è forte attenzione soprattutto per i minori perché secondo i dati
aggiornati del DPA del 2013 il 35% dei giovani che gioca ogni giorno o quasi,
tende poi a fare uso di sostanze stupefacenti. E’ unanime il giudizio
sull’inefficienza dell’approccio proibizionistico; è altresì nociva
l’esortazione al gioco responsabile perché non lo è praticamente quasi mai,
mentre è largamente diffusa l’idea di nuove regole per limitare l’offerta dei
giochi, tutelare i minori e liberare gli inquinamenti della malavita.
In conclusione mi ha fatto molto
piacere ricevere gli apprezzamenti da parte dell’Assessore regionale Sclocco
che ha apprezzato quanto fatto dal Governo per le non auto sufficienze.
Sappiamo benissimo che c’è tanto da fare però qualche pesante e concreto passo
in avanti è stato fatto.
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