Ho partecipato,
a Ferrara, ad un incontro promosso dall’Associazione Genitori Volontari e Amici
di Soggetti Autistici e/o con Disturbi generalizzati dello sviluppo. Un’occasione
per fare il punto su diversi settori: autismo, disabilità e ‘dopo di noi’. Vista
la presenza al soglio pontificio di un Papa gesuita non posso non ricordare i
tre verbi cari proprio ai Gesuiti: ascoltare, pensare, fare. Ascoltare, abbiamo
ascoltato e stiamo ascoltando tutti coloro che in modo formale o informale
abbiamo incontrato in questi mesi. Pensare, lo abbiamo fatto e lo stiamo
facendo proprio sulla base di quello che abbiamo ascoltato; Fare, è il dovere
che abbiamo davanti, un obbligo non nel confronto dei nostri elettori ma un
dovere nei confronti di persone che ogni giorno, sulla propria pelle, vivono
un'esperienza di fragilità. Fin da quando
sono stata eletta la prima volta al Senato nel 2008 ho voluto improntare il mio
agire di parlamentare all'analisi e alla trattazione di tematiche legate alla
disabilità ed in generale alle persone con fragilità. Era la prima volta che il
tema dell'autista entrava nelle aule parlamentari: da allora devo riconoscere
che questa sensibilità è andata via via aumentando, almeno in termini
quantitativi di produzione di disegni di legge. Nell'attuale legislatura, alla
Camera vi sono giacenti 3 disegni di legge, di cui uno a prima firma mia, che
ripropone quello che nella scorsa legislatura era già arrivato in sede
deliberante presso la
Commissione Sanità , e
al Senato ve ne sono in trattazione altri tre: e qui mi fermo lasciando alla
Senatrice Padua l'illustrazione in quanto prima firmataria. Sul progetto ‘Dopo
di noi’ Alla Camera, l'11 luglio 2013, con la collega Argentin, abbiamo
presentato una proposta di legge su questo tema; a questo primo sasso nello stagno
se ne sono aggiunte altre 4. L 'iter
di queste proposte mi sta particolarmente a cuore, tanto è vero che, in qualità di rappresentante del Governo, ho
voluto seguire personalmente tutte le sedute che la Commissione ha
dedicato alla loro trattazione. Quello che manca ad oggi è un quadro
complessivo di norme che prevedano agevolazioni e misure che permettano alle
famiglie di affrontare il problema è alle istituzioni locali di definire,
programmare e attuare percorsi individualizzati che garantiscano tutela
assistenziale, qualità della vita e integrazione nel territorio. Sulla base di
queste considerazioni è stato elaborato il progetto di legge oggi in
discussione che si pone l'obiettivo di garantire le condizioni affinché in un
insieme di risorse pubbliche, familiari e solidarietà che si possano sviluppare
nuove reti assistenziali, alloggiative e di tutela che vedano protagoniste, in particolare, le
onlus e le formazioni del terzo settore. Uno degli elementi di novità è
costituito dalla previsione dell'istituzione di fondi di sostegno, istituiti da
parenti o affini con atto pubblico, finalizzati al sostegno della qualità della
vita e all'inserimento sociale della persona affetta da disabilità. Se questo è
lo stato dell'arte, quali sono le prospettive nell'immediato futuro? Immediatamente
emerge un dato positivo e confortante: è unanime l'intenzione di una celere
approvazione di un provvedimento in materia, spronati anche dall'autorevole
sollecitazione proveniente dalla Presidente della Camera dei Deputati, On. Boldrini, affinché i problemi legati
all'assistenza a favore delle persone affette da disabilità prive del sostegno
familiare trovino una rapida soluzione in un testo normativo tanto condiviso
quanto celere.
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