La fase congressuale del Partito
Democratico si avvia alla conclusione. Ci avviciniamo all’appuntamento più
importante, quello che ci porterà a scegliere il nostro Segretario Nazionale. Il
PD ha bisogno di unità e compattezza, ritengo sia doveroso che venga messa in
primo piano la sua solidità. Voglio, per questo, esprimere un concetto chiave
che sta alla base dello spirito democratico della nostra fase congressuale:
chiunque vincerà queste primarie, sarà considerato da me il mio segretario. Il
Partito e l’Italia vengono prima di tutto.
Durante le elezioni di febbraio
gli italiani non ci hanno premiati. Un segnale che ci indica come vi sia la
necessità di cambiare rotta. Per farlo bisogna dare sostegno a colui che oggi
raccoglie consenso fra i delusi della politica, del partito e fra i giovani:
Matteo Renzi. Il mio pensiero si può riassumere in un concetto espresso alcuni
giorni fa dal Presidente Nazionale dell’Anci, nonché sindaco di Torino, Piero
Fassino: “non dobbiamo più preservare quello che siamo stati, ma costruire
quello che saremo”. Diamo l’opportunità di cambiare l’Italia a Matteo Renzi.
Con lui si vuole dare compattezza e apertura nei circoli territoriali, offrire
vicinanza agli amministratori e creare le basi per costruire un governo solido
che governi per 5 anni e che venga giudicato per le sue azioni. Per farlo c’è
bisogno di un partito solido, un partito che Matteo Renzi può rafforzare e
renderlo vincente.
L’8 di dicembre voterò per Matteo
Renzi segretario del Partito Democratico.
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