A seguito della visita alla casa circondariale di
Novara organizzata dai Giovani Democratici novaresi, ho presentato
un’interrogazione parlamentare al Ministro della giustizia, relativa
all’eccessiva presenza di detenuti all’interno delle strutture italiane e sulla
complessa situazione relativa ai contratti di categoria della dirigenza
penitenziaria. E’ questa l’occasione per porre in evidenza come il Governo
attualmente in carica, abbia iniziato un percorso diretto ad alleviare lo stato
di sovraffollamento che oggi registriamo.
Qui di seguito il testo dell’interrogazione
tutti conosciamo la situazione delle carceri nel nostro Paese: da troppi anni in esse si vivono gravi problematiche, prima fra tutte quella del sovraffollamento, che determina condizioni di vita disagiate e spesso ai limiti della sopportazione umana''
dopo Serbia e Grecia, è l'Italia il paese del Consiglio d'Europa con il
maggior sovraffollamento nelle carceri, dove per ogni 100 posti ci sono 147
detenuti ed è anche al terzo posto per numero assoluto di detenuti in attesa di
giudizio, dopo Ucraina e Turchia;
il problema del sovraffollamento dei
penitenziari italiani tocca tutta la popolazione carceraria: 64.323 i
detenuti reclusi (compresi nel totale dei detenuti anche quelli in semilibertà)
nei 205 istituti di pena italiani, a fronte di una capienza regolamentare di
47.668 posti, poco meno di un terzo, ossia 22.770 sono i detenuti non italiani
(che rappresentano il 35,1% della popolazione carceraria). Minima è la
componente femminile, il 4,3% del totale dei detenuti ovvero 2.821 donne (di
cui 1.102 straniere). Al 30 giugno 2013, sono 52 i bambini sotto i 3 anni che
vivono in carcere con le madri (51 detenute);
al problema del sovraffollamento carcerario è
strettamente collegato quello della cronica carenza di personale e di
conseguenza della negazione di fatto di alcuni diritti fondamentali dei
detenuti , primo tra tutti quello sancito dall’articolo 27 della nostra
Costituzione che prevede la rieducazione del condannato ;
secondo la stesso Dipartimento dell’amministrazione
penitenziaria alla data del 30 settembre 2012 la carenza di personale riguardava
il personale dirigenziale (previste 534 unità in forza 416), i funzionari con
professionalità giuridico –pedagogica (previsti 1376 in forza 1002) i
funzionari con professionalità in ambito del servizio sociale (previsti 1630
unità in forza 1058) ed infine il personale di polizia penitenziaria (previsti
41281 unità in forza 37590);
come si evince da questi dati, la carenza di dirigenti è
pari al 22,1%, non a caso molti istituti non hanno proprio il direttore, quella
degli ex educatori, oggi funzionari giuridico-pedagogici, è pari al 27,2%,
quella di assistenti sociali addirittura del 35,1%, mentre la carenza del
personale di polizia penitenziaria, da tempo segnalata come uno degli elementi
di maggior criticità del nostro sistema penitenziario, è pari all’8,9%:
al D.Lgs. 15
febbraio 2006, n. 63 “Ordinamento della carriera dirigenziale penitenziaria, a
norma della L. 27 luglio
2005, n. 154 che sancisce i diritti della dirigenza penitenziaria,
doveva poi seguire la stipula de primo contratto di categoria;
tale stipula non è mai avvenuta e, per effetto di questa
omissione i dirigenti penitenziari restano ancora privati di quei riconoscimenti
economici che gli competono e, al di fuori della dirigenza generale, si trovano
appiattiti su un unico livello retributivo, quello di base, poiché non si è
dato corso al riconoscimento degli incarichi superiori e non è stata definita
la parte variabile della retribuzione in relazione agli incarichi attribuiti ed
ai risultati raggiunti.
Altro effetto di questa omissione è che i dirigenti penitenziari sono del tutto privi di uno status:
Altro effetto di questa omissione è che i dirigenti penitenziari sono del tutto privi di uno status:
quali misure urgenti il Ministro interrogato intenda adottare
al fine di rendere effettivo il diritto sancito dall’articolo 27 della nostra
Costituzione predisponendo un numero adeguato di personale in particolar modo
di quello dirigenziale, di quello
giuridico pedagogico e sociale.
quali iniziative
urgenti il Ministro intenda adottare per addivenire in tempi rapidi alla
stipula del primo contratto di categoria della dirigenza penitenziaria
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