domenica 8 agosto 2010

Cinquantaquattro anni dopo Marcinelle


Ricorre oggi l'anniversario del disastro di Marcinelle: 262 vite spezzate che abbiamo il dovere di commemorare.

Ma non ci si deve fermare a questo.

E' necessario, e non mi stancherò mai di ribadirlo, assumere queste vicende come un monito: la sicurezza sul lavoro è una priorità che non deve mai essere persa di vista.

Ancora oggi sono troppe le morti sul lavoro, le famiglie distrutte, gli errori umani a cui è possibile e necessario porre riparo.

Non solo.

La tragedia di Marcinelle non è una storia Belga. E' una tragedia europea. 12 nazionalità coinvolte e oltre 136 nostri connazionali hanno trovato la morte in quel pozzo. 136 emigrati che cercavano un futuro migliore in Belgio anche a costo di fare lavori umili e usuranti come quelli della miniera.

E' difficile non fare il paragone con quanto accade oggi sulle coste siciliane, dove barconi di disperati cercano sulle nostre coste il riscatto della loro vita.

Diventa allora prioritaria, oltre ad una migliore gestione del Lavoro anche una rinnovata attenzione al fenomeno immigratorio, che non deve diventare un vessillo nelle mani dei partiti populisti e xenofobi, ma una risorsa da gestire e regolare in maniera attenta e consapevole.

Non dobbiamo permettere che l'anonimato che è generato dalla clandestinità, unito alla mancata sorveglianza sui posti di lavoro per il rispetto delle norme di sicurezza, possa creare, ancora oggi, simili tragedie.

«Il dramma di Marcinelle è anche un simbolo dell’epopea del continente europeo i cui popoli, prostrati dall’immane tragedia della seconda guerra mondiale, hanno saputo superare antiche divisioni e unire le proprie forze in nome di ideali comuni e della speranza di un futuro migliore per i propri figli. Quel futuro è tuttora in corso di realizzazione e il suo ulteriore compimento è nelle nostre mani. Per questo è necessario custodire e trasmettere alle nuove generazioni il senso e il valore del sacrificio di Marcinelle».
G. Napolitano



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