martedì 17 giugno 2008

interrogazione sul caso "Santa Rita"

INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE
Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali

Premesso che:

nella casa di cura Santa Rita, struttura sanitaria privata situata al centro di Milano, secondo i pubblici ministeri Pradella e Siciliano, ben 88 pazienti avrebbero subito lesioni gravi o gravissime, e cinque pazienti sarebbero morti in seguito ad interventi eseguiti esclusivamente per far lievitare i rimborsi da ottenere dalla Regione per ogni intervento o terapia utilizzata;

secondo quanto emerge dal contenuto delle intercettazioni telefoniche, l'obiettivo principale del responsabile dell'Unità Operativa di chirurgia toracica della casa di cura Santa Rita, dal 9 giugno in carcere, dott. Paolo Brega Massone, era quello di effettuare quante più operazioni fosse possibile anche nei casi in cui non c'era alcuna necessità e talvolta anche nei casi in cui c'era consapevolezza di arrecare un danno al paziente; tutto pur di ottenere il rimborso dal Servizio Sanitario Nazionale;

con le accuse di truffa al Sistema Sanitario Nazionale, di omicidio volontario aggravato da crudeltà e di lesioni gravi e gravissime, la Guardia di finanza di Milano ha eseguito quattordici ordinanze di custodia cautelare nei confronti di primari, ex primari e altri medici della clinica privata;

in base all'esame effettuato dal nucleo di Polizia tributaria della Guardia di Finanza di Milano sulle cartelle cliniche degli ultimi due anni, la casa di cura avrebbe avuto un profitto illecito di oltre 2,5 milioni di euro;

la sconcertante vicenda è emersa dalle intercettazioni telefoniche, eseguite nell'ambito delle indagini iniziate lo scorso settembre, nell'ultima delle quali depositata agli atti dell'inchiesta, avvenuta tra la dottoressa Galasso, ortopedico indagato, e una collega, la dottoressa Farè, si parlava di un tendine "tibiale anteriore" destro impiantato al posto di quello "rotuleo" sinistro perché il paziente era ormai "aperto", ovvero in sala operatoria, e quindi risultava più conveniente operare;

sono tanti i casi di interventi chirurgici definiti dai pubblici ministeri "inspiegabili", decine i referti alterati, con trauma cranici e fratture nasali inesistenti, infiammazioni trasformate in metastasi, problemi alle vie urinarie che diventavano un pretesto per procedere ad una nuova operazione, polmoni rimossi anche in caso di tubercolosi, mammelle asportate senza motivo a donne in giovane età, anche a una diciottenne, quando sarebbe bastato togliere i noduli, interventi eseguiti più volte anche se sarebbe bastata una sola operazione. Tutto questo ingannando la fiducia dei pazienti;

fra gli interventi chirurgici "inspiegabili" suscitano ancora più orrore e vergogna i casi di malati terminali operati inutilmente, con un vero e proprio accanimento senza alcun senso, approfittando del dolore e della speranza dei pazienti e dei loro familiari;

ci sarebbero stati anche interventi eseguiti senza il consenso firmato dai pazienti, prevalentemente anziani, e addirittura contro il parere del medico curante. Secondo quanto rivelato dalle indagini, i medici accusati sarebbero stati scelti per la loro "disponibilità" a compiere operazioni "avventate", che avrebbe fruttato loro l'aumento del loro compenso mensile da 1.700 a 28.000 euro;

il 10 giugno scorso sono cominciati gli interrogatori delle 14 persone arrestate nell'ambito dell'inchiesta sulla "clinica dell'orrore" iniziata lo scorso settembre. Nell'ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Micaela Curami si legge che "la strategia aziendale della clinica Santa Rita appare improntata solo al profitto a scapito della salute dei pazienti" ed ancora si sottolinea "la mancanza di ogni considerazione per il paziente e per la sua sofferenza, non solo non alleviata, ma al contrario aumentata";

si trovano in carcere Pier Paolo Brega Massone, responsabile dell'Unità Operativa di chirurgia toracica e Pietro Fabio Presicci, membro dell'equipe di chirurgia toracica. Sono invece agli arresti domiciliari: Paolo Francesco Pipitone, socio unico e legale rappresentante della casa di cura; Sampietro Maurizio, direttore sanitario fino al maggio 2007; Renato Scarponi, capo equipe presso l'Unità Operativa di Ortopedia; Merlano Gianluca, vice direttore sanitario dal novembre 2005 a maggio 2007; Mario Baldini e Paolo Regolo responsabili d'equipe presso l'Unità Operativa di Neurochirurgia; Maria Pia Pedesini, responsabile d'equipe dell'Unità Operativa di Urologia; Augusto Vercesi, responsabile dell'Unità Operativa di Urologia; Giuseppe Sala, responsabile dell'Unità Operativa di Anestesia; Giorgio Raponi, responsabile d'equipe presso l'Unità Operativa di Otorinolaringoiatria, la sua assistente Eleonora Bassanino e Marco Pansera, dell'equipe di chirurgia toracica;

premesso inoltre che:

la vicenda dalla casa di cura Santa Rita si inserisce nell'ambito di un'inchiesta più ampia sulla sanità privata della Lombardia e sulle cliniche private San Raffaele, San Carlo, San Donato, Sant'Ambrogio, San Giuseppe, Santa Rita e San Pio X, oggetto di tre inchieste della Procura di Milano affidate congiuntamente ai pubblici ministeri Siciliano, Pradella e Raimondi;

i pubblici ministeri sospettano l'esistenza di una gigantesca truffa ai danni del Servizio Sanitario Nazionale ritenendo che ben ottantamila cartelle cliniche sarebbero state falsificate per ottenere rimborsi illeciti per almeno 18 milioni di euro;

considerato infine che:

l'attuale meccanismo di verifica delle attività cliniche consente che il 95-98% delle cartelle cliniche non vengano sottoposte ad audit di alcun tipo;

l'attuale sistema di accreditamento consente il permanere di una forte disparità di trattamento economico fra i medici che lavorano nelle strutture private e quelli che lavorano nelle strutture pubbliche;

la sicurezza degli ospedali e delle altre strutture sanitarie è una dimensione della qualità complessiva del sistema, che deve essere costantemente monitorata attraverso le metodologie di accreditamento, riferito non solo ai processi organizzativi, ma anche ai professionisti che operano nel Servizio Sanitario Nazionale, che devono essere inseriti in un programma di valutazione permanente degli esiti delle cure;

si chiede di sapere:

quali iniziative urgenti il Ministro in indirizzo intenda adottare al fine di chiarire le circostanze, le cause e le eventuali responsabilità che hanno determinato il verificarsi di questi tragici e vergognosi eventi;

se non ritenga opportuno rivedere l'attuale sistema di accreditamento e di finanziamento delle strutture pubbliche e private al fine di consentire un controllo più stringente e periodico sull'applicazione da parte delle strutture accreditate delle disposizioni regionali;

se non ritenga urgente costituire nel nostro paese una authority che con meccanismi super partes, snelli ed autorevoli, possa procedere all'accreditamento iniziale di tutte le strutture pubbliche e private, seguito da una revisione periodica, sistematica, a scadenze regolari, dei risultati clinici delle prestazioni in regime di ricovero, al fine di introdurre anche in Italia i criteri di valutazione e verifica ormai comuni da anni in molti altri paesi.

MARINO IGNAZIO, BASSOLI, BIANCHI, BIONDELLI, BOSONE, CHIAROMONTE, CONSENTINO, DI GIROLAMO LEOPOLDO, PORETTI, ADAMO

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