La Giornata internazionale per i diritti dell'infanzia e dell'adolescenza celebra la data in cui la Convenzione internazionale sui diritti dell'infanzia venne approvata dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York, il 20 novembre 1989. Oggi, così come ogni anno, si ricorda questa data in quasi tutti i paesi del mondo. In Italia, lo scorso 31 agosto con Decreto del Presidente della Repubblica del IV Piano nazionale di azione e interventi per la tutela dei diritti e lo sviluppo dei soggetti in età evolutiva. Il Piano nazionale (elaborato dall’Osservatorio Nazionale per l’infanzia e l’adolescenza) è uno strumento di indirizzo che risponde agli impegni assunti dall’Italia per dare attuazione ai contenuti della Convenzione ONU sui diritti del fanciullo. Il Piano adottato interviene su 4 aree specifiche:
1. contrasto della povertà dei bambini e delle famiglie;
2. servizi socio-educativi per la prima infanzia e qualità del sistema scolastico;
3. strategie e interventi per l'integrazione scolastica e sociale;
4. sostegno alla genitorialità, sistema integrato dei servizi e sistema dell'accoglienza.
Come è ben noto, i bambini e gli adolescenti sono i soggetti più vulnerabili alle situazioni di povertà ed esclusione sociale, fenomeni che determinano il più alto rischio di abbandono scolastico che comporta poi lo sfruttamento del minore (da parte degli adulti) nel mondo del lavoro. Il lavoro minorile è un dramma che interessa non solo i Paesi poveri e lontani ma è una questione che ci riguarda da vicino, perché nel mondo sono ben 168 milioni i minori lavoratori, si contano 340.000 in Italia, di cui 28.000 a rischio sfruttamento e lo denunciano Save the Children e ILO (Organizzazione Internazionale del Lavoro). Per questo mi unisco a quanti oggi sottolineano l'urgenza affinché il tema sia sempre all'ordine del giorno. A maggior ragione se consideriamo come questo tema sia al centro di ampie questioni che vanno dalla povertà familiare all'esclusione sociale che porta con sé la questione dell’abbandono scolastico e spesso devianza, criminalità giovanile e sfruttamento dei minori in ambito lavorativo. I bambini e le bambine devono poter giocare, devono poter studiare e non portare sulle spalle il peso lavorativo della loro giovane età: spetta a noi adulti, alle Istituzioni di ogni grado e livello il dovere di assicurare, tutelare i loro diritti e restituire la leggerezza propria dell’età che dovrebbero vivere. Un dovere cui non possiamo sottrarci!
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