È stato presentato oggi alla Camera dei Deputati il quinto Rapporto annuale “I migranti nel mercato del lavoro in Italia”. I dati del Rapporto, curato dalla D.G. immigrazione e politiche di integrazione del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali con il supporto di Italia Lavoro S.p.A., sono stati introdotti dall’On. Laura Ravetto, Presidente del Comitato Schengen Europol Immigrazione, illustrati dal Direttore Generale Natale Forlani e commentati dal Sottosegretario On. Franca Biondelli, dal Presidente dell’ISTAT Prof. Giorgio Alleva, e dal Presidente del CENSIS Prof. Giuseppe De Rita.
Sono 2.294.120 gli occupati stranieri in Italia, con una crescita di 111.000 unità registrata nel 2014. Tale crescita ha compensato il contemporaneo calo di 23.000 occupati italiani, confermando una tendenza che si era già registrata nel corso degli anni della crisi economica. L'Italia si conferma il terzo Paese europeo in termini di accoglienza di cittadini stranieri, con 4,9 milioni di migranti, e l'unico di questi Paesi che mantiene un tasso di occupazione degli stranieri superiore a quello dei lavoratori autoctoni.
La crescita dell'occupazione degli stranieri nel 2014 è particolarmente significativa nei settori dell'agricoltura (+13,8%), dell’industria (+7,6%), del commercio (+7%). Il 76,8% dei migranti svolge mansioni di qualifica medio-bassa e il 79,8% percepisce salari mensili che non superano i 1.200 euro. Cresce anche il numero di persone straniere in cerca di lavoro (+11.000 unità) e il numero delle persone inattive (+70.400 unità, per un totale di 1.240.312 persone), fenomeni che vanno collegati alla forte crescita della popolazione straniera, dovuta in particolare ai ricongiungimenti familiari, che sono diventati la principale causa di ingresso in Italia.
Le tendenze descritte hanno riflessi molto diversificati, all'interno delle diverse comunità di origine, sui tassi di occupazione, che sono più elevati nelle comunità dell'Est europeo, con una maggiore occupazione femminile; tassi di disoccupazione e inattività più alti si rilevano nelle comunità di origine che registrano una rilevante prevalenza della quota maschile di lavoratori e che sono state colpite dagli effetti della crisi economica nei settori dell’edilizia e del manifatturiero. I lavoratori e le lavoratrici di origine straniera rappresentano il 15,5% dei casi di infortunio sul lavoro.
Commentando il Rapporto, il Sottosegretario del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali Biondelli ha dichiarato: "Il Rapporto offre una lettura della realtà che conferma l'Italia come un grande Paese di accoglienza dei migranti, con un buon livello di integrazione. Rispetto alle criticità legate alle dinamiche del reddito dei cittadini stranieri e delle loro famiglie, si rende necessario rafforzare le politiche attive rivolte a qualificare i lavoratori, in un quadro di regole condivise e di coinvolgimento attivo delle persone migranti".
Il Presidente dell'ISTAT Prof. Alleva ha dichiarato: "Il Rapporto rappresenta uno sforzo collettivo delle Amministrazioni rivolto a fornire una ampia e corretta lettura dei fenomeni migratori che, nelle previsioni effettuate dall'ISTAT per gli anni a venire, avranno una crescente incidenza sulla popolazione italiana e sul nostro mercato del lavoro".
Il Presidente del CENSIS, Prof. De Rita, nel suo intervento ha sottolineato lo sforzo che è stato compiuto nel nostro Paese, e in molti settori di intervento, dagli apparati dell'Amministrazione dedicati al mondo del lavoro, dell'istruzione e della sanità, nonché dalle nostre comunità locali, per realizzare livelli di integrazione apprezzabili. “Questi risultati si potranno ulteriormente incrementare – ha proseguito - se le iniziative verranno collocate nell'ambito di un'idea di comunità condivisa, con diritti e doveri comuni tra cittadini italiani e stranieri”.
Il Rapporto e la sintesi sono disponibili sul sito www.integrazionemigranti.gov.it.
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