Siamo vicini al 25 novembre.
Dal 17 dicembre 1999 è la data in cui ricorre la “Giornata internazionale per
l'eliminazione della violenza contro le donne”. Istituita dall’Assemblea
Generale delle Nazioni Unite in ricordo del brutale assassinio avvenuto il 25
novembre del 1960 delle sorelle Mirabal.
L'Associazione libere
– libertàresponsabilità - di cui anch’io faccio parte e che
sostengo - recita nel manifesto della Presidente, la Senatrice Anna Serafini: «nasce da un gruppo di donne
che vuole far crescere una visione innovativa, laica, riformista ed europea del
welfare, dei diritti della persona e delle relazioni familiari, arricchendo in
tal modo le proposte del PD. L'ambizione è quella di rivolgersi a tutte queste
donne. Donne che, della flessibilità e della capacità di scambiarsi esperienze
e conoscenza, hanno fatto uno stile di vita. Donne che, hanno bisogno di
trovarsi/ritrovarsi in una nuova comunità che regali loro nuova voce, capacità
di contare, possibilità di esprimere pensieri forti e azioni consequenziali e
incisive. Abbiamo l'ambizione di far crescere la voglia di partecipare e di
entrare in relazione attraverso molteplici forme di linguaggio. Le prime
scadenze saranno il rilancio della battaglia storica sugli asili nido e
l'impegno su una nuova frontiera culturale per contrastare il fenomeno
crescente della violenza di genere. E' solo un primissimo
inizio. Il desiderio è quello di creare una rete tra donne, fuori e dentro le
istituzioni, per affermare politiche di innovazione nel welfare e nelle
relazioni familiari.»
La violenza sulle donne è
un tema delicato che ancora oggi presenta grandi criticità dal punto di vista
burocratico e psicologico nella omessa denuncia, spesso per paura o vergogna. I
casi di violenza sono anche interni alle famiglie, da coloro che sono più cari
nella sfera affettiva e questo a volte è un blocco alla denuncia assolutamente
da superare. Oltre alla denuncia della violenza fisica vi è anche quella non
meno trascurabile della violenza verbale. Ho potuto notare in tanti anni di
sindacato e ora come Senatrice che spesso è più facile alzare la voce e
prendere posizione contro la donna. In un paese come il nostro, ciò all’alba
del 2013 è un dato allarmante e da combattere. Ecco perché invito tutti voi,
cari amici e care amiche, a seguire e sostenere la giornata del 25 novembre.
Sen. Franca Biondelli
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