BIONDELLI - Al Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione -
Premesso che:
nell'ultimo rapporto di Transparency, l'Organizzazione internazionale contro la corruzione, l'Italia retrocede al 55° posto nella graduatoria mondiale sulla percezione della corruzione, ultima tra tutti i Paesi dell'Europa occidentale;
da settembre ad oggi la cronaca politica locale ha registrato gravi e numerosi episodi (o fondati sospetti) di corruzione all'interno nell'amministrazione pubblica;
il decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, ha soppresso l'Alto Commissario per la prevenzione e il contrasto della corruzione e delle altre forme di illecito nella Pubblica Amministrazione; subito dopo, è stato creato, nell'ambito del Dipartimento della funzione pubblica, il Servizio anticorruzione e trasparenza (S.A.eT.);
il Presidente del Consiglio dei ministri, nella conferenza stampa in cui annunciava, insieme al ministro Renato Brunetta, la nascita del S.A.eT. dichiarava: "La corruzione nella Pubblica amministrazione ha radici antiche e ha assunto forma endemica, noi vogliamo assolutamente estirparla". E ancora: "Il Servizio anticorruzione porterà un risparmio di 5 milioni di euro e nessun costo aggiuntivo";
il S.A.eT. in circa sei mesi di vita non ha svolto altra attività all'infuori della partecipazione a convegni all'estero (Strasburgo, Vienna, Parigi), laddove in un lasso di tempo analogo il Commissario anticorruzione ha raggiunto significativi risultati, tra i quali si ricordano: l'indagine sullo stato della sanità in Calabria; l'indagine che ha messo in evidenza le gravi carenze e disorganizzazioni dell'ospedale Umberto I di Roma; l'indagine relativa alla ASL di Napoli 5, che ha fatto emergere profili di possibile infiltrazione della criminalità organizzata nelle strutture rientranti dell'azienda sanitaria; la sigla di numerosi protocolli d'intesa con gli enti pubblici, dal Ministero per le riforme a quello delle infrastrutture, dalla Corte dei conti all'Agenzia delle entrate, protocolli che hanno generato fruttuose collaborazioni; l'attivazione di un numero verde che, consentendo ai cittadini la denuncia degli illeciti dietro garanzia di anonimato, è divenuto significativo punto di riferimento per l'intera comunità su questo delicato terreno;
il S.A.eT. conta appena 20 dipendenti e una sola autovettura, mezzi insufficienti a intraprendere un'efficace azione di contrasto della corruzione;
la corruzione è pratica altamente nociva per lo sviluppo di un Paese, sotto tutti i profili (economico, sociale, politico, culturale) e che mina la democrazia alle sue fondamenta;
si chiede di sapere cosa intenda fare il Governo di fronte alle gravi e indubbie carenze del S.A.eT, di certo non imputabili al personale in servizio che, in larga parte, è lo stesso che ha efficientemente supportato l'attività dell'Alto Commissario e come giustifica il fatto che non solo non si sono risparmiati 5 milioni di euro, come assicurato dal Presidente del Consiglio, ma ad oggi si sono esclusivamente spesi i soldi dei contribuenti senza arrivare a nessun risultato concreto.
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