Governincontra si è tenuto a Novara con l’importante obiettivo dichiarato dai ministri relatori
di voler ascoltare i disagi e le problematiche dei novaresi. Questa speranza è stata fortunatamente esaudita. Fuori dal teatro Coccia si è riunita liberamente una folla manifestante di cittadini di età eterogenea spinta dal desiderio di far ascoltare la propria voce. La voce è dei lavoratori stretti da quella crisi economica, che per il Ministro per l’Attuazione del Programma di Governo
Gianfranco Rotondi, il governo sta arginando in modo esemplare così da essere modello anche per gl’altri stati europei. La voce è dei precari senza stipendio né cassa integrazione che attraverso i volantini chiamava l’attenzione sui tagli dei posti di lavoro apportati nel territorio novarese. La voce è degli studenti invocante il ministro Mariastella Gelmini che nel frattempo esprimeva nel teatro un’ottica ottimista secondo cui la scuola presenta problematiche totalmente risolvibili attraverso l’adozione del maestro unico o del grembiule per tutti… I giovani invece che erano chiamati a essere i protagonisti di un dialogo di cui sarebbero dovuti essere i veri relatori, come voleva lo scopo dell’evento, erano puntualmente fuori dal teatro. Noi del PD abbiamo scelto di ascoltare queste voci incontrando i manifestanti a differenza del governo che non l’ha assolutamente fatto. Perché crediamo che il compito del politico consista, sempre sia se si è l’opposizione sia se si governa, nel volgersi personalmente ai cittadini e alle tematiche a loro care.
Ci si chiede allora come mai tanta disomogeneità tra il pensiero del governo e quello del territorio novarese. Proviamo ad addurre le possibili risposte a tale quesito: la prima secondo cui la crisi mondiale è grave ma non in Italia; la seconda per cui i novaresi che si sono riuniti civilmente hanno scelto, al motto del proverbio “mal comune mezzo gaudio”, non avendo un lavoro o la speranza di poterlo trovare di passare un pomeriggio in centro in compagnia di altri concittadini ugualmente sventurati; la terza che porta a credere che i problemi invece ci siano e che non vadano sminuiti né fatti sparire a colpi di bacchetta magica perché i lavoratori, i precari e gli studenti non meritano oltre il danno delle quotidiane difficoltà sopraddette un’ulteriore beffa come la negazione di queste.
Data la ventata ottimistica che ha soffiato oggi sulla nostra città, non posso che commentare così: “Sono dispiaciuta. Non mi ero accorta che tutto andasse così bene, anche perché le lettere che ricevo rivelano una situazione ben differente rispetto a quella che oggi è stata espressa. Evidentemente o i cittadini italiani si rifanno a un altro governo o il governo si rifà a cittadini non italiani.”
Oltre il sarcasmo senza cui non sarebbe stato possibile commentare quanto emerso da questa giornata importante per la nostra città resta comunque un’unica solida verità: nella manifestazione è stata espressa grande sicurezza, quella che gli studenti, i lavoratori e i disoccupati novaresi non hanno.
Franca Biondelli