martedì 15 marzo 2011

L'inno, emozione per molti, ma non per tutti.


In questi giorni, io e i miei colleghi parlamentari, siamo impegnati in molte manifestazioni per la Celebrazione dei 150 Anni dell'Unità d'Italia.

Gli inviti e le commemorazioni si susseguono in maniera incalzante e sono ogni volta onorata di prendere parte a questo importante momento di Unità e celebrare il Tricolore che racchiude, nei suoi componenti, la sintesi di una Storia fatta di uomini, di eroi e di vite immolate per una patria comune.

L'Inno di Mameli, insieme alla Bandiera, è simbolo dell'Identità Nazionale e sentirlo risuonare, nelle occasioni più importanti, è per me - e credo anche per voi - una forte emozione.

Emozione per molti ma non per tutti. Leggo che, in apertura della seduta del Consiglio Regionale Lombardo, al suono dell'Inno d'Italia, i rappresentanti della Lega - Renzo Bossi in prima fila - hanno preferito abbandonare l'aula.

Un comportamento imbarazzante che mi offre l'occasione per rispondere a coloro che, probabilmente sperando in un maggior populismo del Partito Democratico, ci esortano a prendere "ad esempio" la Lega e il suo presunto radicamento sul territorio.

Mi spiace ma non è possibile.

Non c'è nulla da prendere ad esempio da coloro che si comportano in questo modo, offendendo le migliaia di persone che, per quella Bandiera, per quell'Inno hanno dato la vita... mai come oggi mi sento orgogliosa di far parte del PD.

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